
Smart Working o Telelavoro? Facciamo chiarezza
La pandemia mondiale ha portato alla luce l’esigenza di “organizzarsi diversamente” a livello non solo umano, ma anche lavorativo e aziendale.
Una recente analisi svolta da T-Voice, società specializzata in “sentiment analysis” di contenuti digitali, ha portato alla luce un fatto rilevante che vogliamo differenziare: la confusione fra Smart Working e telelavoro.
Ecco perchè, secondo noi, è utile sottolineare bene le differenze:
- Remote working: è il lavoro da un luogo diverso dall’ufficio aziendale. Si basta su piattaforme e applicativi online (es. Skype, Zoom per le comunicazioni; Slack, Hibox per lo scambio di materiale)
- Telelavoro: attività svolta in un luogo diverso dall’azienda, ma con la MEDESIMA rigidità oraria comparabile a quella del lavoro in azienda
- Smart working: approccio flessibile, con lavoro svolto in diversi luoghi (in base alle necessità del dipendente) e senza specifico vincolo di orario. Mira ad aumentare la produttività e migliorare il benessere del singolo e dell’organizzazione.
Quindi? SMART WORKING non è REMOTE WORKING!
Tra i vantaggi dello smart working, l’indagine sottolinea il minore stress, la conciliazione di vita privata e lavorativa e il miglioramento della produttività, oltre alla sostenibilità ambientale! Di contro, ci sono maggiori controlli da parte del datore di lavoro, la penalizzazione delle relazioni fra colleghi e, cosa assolutamente da non sottovalutare, la necessità di migliorare la digitalizzazione delle aziende.